Giorgia Belardini
La scuola rappresenta il più importante contesto di socializzazione: qui si sviluppa la relazione tra pari, ossia uno dei processi che aiutano a strutturare la propria identità. L’interazione con gli altri stimola le abilità sociali offrendo la possibilità di sperimentarsi in ruoli diversi da quelli di figlio e di iniziare a definire una personalità autonoma, di acquisire uno status all’interno del gruppo che permetta il riconoscimento e l’apprezzamento dei propri interessi, caratteristiche e competenze; ciò avviene sia attraverso la conquista delle simpatie degli altri, la condivisione e la collaborazione, che imparando a controllare l’impulsività, a negoziare e a rispettare regole condivise.
Alcuni bambini allo scopo di esercitare un potere o un dominio sull’altro, affermano se stessi con prepotenza, prevaricando ripetutamente e intenzionalmente sui coetanei attraverso comportamenti offensivi e/o aggressivi.
Questo fenomeno è stato definito con il termine di “bullismo”, adattamento dall’inglese bullying, e rappresenta un’azione intenzionale, fisica o psicologica, ripetuta nel tempo e caratterizzata da uno squilibrio di potere tra chi compie l’azione e chi la subisce, con conseguenze negative ai danni della vittima.
Il bullismo di oggi fa uso della tecnologia e per questo viene chiamato “cyberbullismo” da Bill Belsey nel 2002, ripreso successivamente da Smith e collaboratori (2006).
Il cyberbullismo consiste in un atto aggressivo e intenzionale condotto da un singolo o da un gruppo che, attraverso varie forme di contatto elettronico, ripetuto nel tempo, si esercita contro una vittima che non può difendersi. I caratteri distintivi di tale fenomeno sono molteplici: l’anonimato del cyberbullo che aumenta il livello di disinibizione riducendo il senso di responsabilità per le azioni commesse, la conoscenza con la vittima talora del tutto occasionale, la possibilità di intercettarla attraverso il mezzo elettronico.
Questo fenomeno, attualmente in forte espansione, rappresenta uno dei maggiori pericoli della realtà virtuale. Tra le cause che lo favoriscono vi è certamente un uso eccessivo di internet: la possibilità di accesso alla rete, senza alcun controllo da parte degli adulti, favorisce l’attuazione di comportamenti offensivi ed espone ad una alta probabilità di attacco virtuale. Condizionano in modo analogo anche fattori quali la mancanza di consapevolezza relativa alla diffusione del materiale personale in rete e delle conseguenze dei propri atti online.
Consigli per i genitori:
Tenere il computer in una stanza frequentata da tutti e controllare con regolarità cosa fanno in rete
Stabilire una buona comunicazione e ascoltarli senza esprimere giudizi
Esaminare i loro profili online e cercare di capire quali attività online gli piacciono
Sapere che i genitori sono il principale modello di riferimento nella costruzione delle abilità sociali
Aiutare i propri figli ad aumentare l’autostima, a favorire l’espressione delle emozioni e ad incoraggiare lo sviluppo di relazioni positive con i coetanei
Insegnare l’uso corretto del computer e del web, informandoli sui pericoli che possono incontrare
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