N.B.: non c’è bisogno di scrivere tutti i tipi di attenzione, ma puoi scegliere quella che preferisci. Le “combinazioni” sono temi che possono essere chiesti insieme all’esame di stato. DEFINIZIONE E’ un processo cognitivo, un atto di focalizzazione ottenuto selezionando specifici stimoli provenienti dal mondo esterno su cui convogliare risorse cognitive, ed escludendo altri stimoli.
Esistono tre specifici fenomeni attentivi: 1) Attenzione selettiva (filtro) • processo che controlla la nostra consapevolezza di particolari categorie di eventi; • processo in cui il soggetto circoscrive una quantità di stimoli. 2) Attenzione divisa (esempio scarabocchiare e ascoltare) • processo per il quale si pone l’attenzione su due o più compiti per terminarli simultaneamente; • svolgere contemporaneamente più compiti 3) Attenzione sostenuta (detta anche vigilanza) • il soggetto persiste per lungo tempo nel compito attentivo
I fenomeni fisiologici tipici dell’attenzione (dilatazione pupilla, vasocostrizione periferica, vasodilatazione cerebrale, decelerazione dell’attività muscolare), sono presenti nella risposta di orientamento: si osservano alla prima presentazione dello stimolo e si riducono alla ripresentazione dello stimolo (risposta di abituazione).
AUTORI Agli esordi della psicologia scientifica, l’attenzione è stata oggetto di studio all’interno di esperimenti riguardanti la coscienza, ed in particolare l’introspezione. Con il comportamentismo e la Gestalt, passa in secondo piano, mentre negli anni ‘50, con il cognitivismo viene rivalutata poiché, essendo un processo di selezione di info, può essere definita un processo cognitivo.
L’attenzione viene stimolata da variazioni improvvise dell’intensità degli stimoli o dalla comparsa nell’ambiente di stimoli rivestiti di un particolare significato per il soggetto.
ATTENZIONE SELETTIVA Il primo a studiarla fu Cherry, il quale cercò di capire come un soggetto, tra stimoli molteplici provenienti dal mondo esterno, possa selezionarne alcuni lasciandone decadere altri (problema del fuoco attentivo). Metafora del filtro: l’attenzione è vista come meccanismo che blocca parte dell’informazione; le teorie si dispongono lungo un “continuum” che va dalle teorie che propongono una selezione precoce dell’informazione a quelle che prevedono una selezione tardiva.
Teorie del filtro: dette anche strutturali poiché ipotizzano che la capacità selettiva si basi su un meccanismo (filtro) che permette il passaggio solo di alcune informazioni.
Broadbent sostiene che si possa prestare attenzione ad una sola voce alla volta, evidenziando la relazione negativa inversamente proporzionale tra il grado di comprensione di due voci (uso della tecnica dell’ascolto dicotico); vale a dire, esiste un unico fuoco attentivo che viene spostato. Il filtro è posto tra il sistema sensoriale ed il sistema percettivo e seleziona gli stimoli che possono avere accesso ai livelli di elaborazione più sofisticati. Broadbent ha elaborato il paradigma dell’ascolto dicotico: il soggetto sperimentale ha una cuffia e riceve un messaggio all’orecchio destro diverso da quello dell’orecchio sinistro (stimolazione contemporanea di due canali sonori). In questo modo ha visto che quando gli viene chiesto di riferire entrambi i messaggi, sapeva rispondere solo relativamente ad uno; dell’altro messaggio non sarà ricostruibile niente del contenuto, ma solo le caratteristiche superficiali. CRITICITA’: il sistema di attenzione selettiva è troppo rigido e non è in grado di spiegare l’analisi del messaggio trascurato. Alcuni segnali sono raccolti anche senza che si presti attenzione.
Modificando la teoria di Broadbent, la Treismam popone la Teoria del filtro attenuato: il filtro attentivo si limita a ridurre, e non cancellare, le informazioni disponibili nel canale disatteso; inoltre, in particolari condizioni anche questa informazione ridotta è sufficiente ad attivare delle unità nel lessico mentale. All’interno del lessico mentale esiste uno stato di facilitazione per alcune unità che aumenta la probabilità di essere attivate e quindi percepite, come ad esempio il proprio nome nel fenomeno del cocktail party dove non c’è spostamento, ma divisione simultanea dell’attenzione. Tale stato di facilitazione può essere modificato dalle istruzioni ricevute o dalle aspettative del soggetto. CRITICITA’: non viene specificata la natura del processo di attenzione e i processi di attivazione ipotizzati permettono di ricondurre i fenomeni attentivi a quelli di priming e quindi di considerare la possibilità che non vi sia alcun meccanismo attentivo.
Deutsch e Deutsch, respingono le precedenti teorie e sostengono che non ci sia nessun filtro e che l’intera elaborazione dello stimolo è autentica e indipendente dall’attenzione selettiva. L’attenzione selettiva interviene solo per controllare l’accesso dello stimolo alla coscienza, alla memoria e ai sistemi di risposta. Gli autori ipotizzano che sia le informazioni rilevanti che quelle irrilevanti sono elaborate completamente e la differenza non si riscontra nell’elaborazione del materiale, ma nel tipo di risposta prodotta dal soggetto. Il filtro agisce nel momento in cui di deve scegliere una risposta.
Norman invece sostiene che la selezione viene operata non mediante il blocco o il filtro dell’informazione sensoriale, ma elaborando selettivamente l’informazione già attivata in memoria dell’informazione sensoriale che si sta raccogliendo. Stimoli familiari sembrano essere percepiti così autonomamente che è impossibile ignorarli. Un esempio è l’effetto Stroop: si presentano parole stampate in colori diversi chiedendo di guardare la parola e riferire il colore. Compito perfettamente eseguito, tranne quando le parole erano nomi di colore, diversi dal colore dell’inchiostro. Questo significa che l’impedimento derivava dalla percezione del significato della parola resa quasi automatica: l’effetto Stroop può considerarsi un insuccesso dell’attenzione selettiva.
ATTENZIONE DIVISA Neisser fa una sintesi tra i due modelli della teoria del filtro e distingue: • I processi attentivi, richiedono molte risorse cognitive, svolti con la consapevolezza di ogni movimento, come imparare a guidare la macchina. • Processi pre-attentivi, non richiedono risorse, possono essere svolti in modo meccanico e anche contemporaneamente ad altri, come guidare la macchina.
La situazione sperimentale tipica è quella del doppio compito. Il risultato che si osserva è che la prestazione ai due compiti è peggiore di quella ottenuta quando li si svolge separatamente. Kahneman sostiene che al crescere delle richieste si ha un corrispondente aumento della quantità di risorse mobilitate, fino a quando le prime non eccedono le seconde; poi si avrà una interferenza tra i due compiti. L’autore ipotizza un limite di tipo biologico all’elaborazione contemporanea di più informazioni, costituito da limiti di elaborazione del sistema sensoriale.
ATTENZIONE SOSTENUTA (VIGILANZA) Mackworth con l’esperimento del clock test identifica una rapida caduta dell’attenzione nei primi trenta minuti e più lentamente nell’ora e mezza successiva. L’attenzione cala ulteriormente quando l’informazione è difficile da percepire, se la sua presentazione è monotona oppure se l’informazione è infrequente.
COMBINAZIONI attenzione e coscienza sono stati mentali distinti; è possibile prestare attenzione anche senza avere coscienza. Questo rappresenta un meccanismo utile alla sopravvivenza, perché è necessario essere in grado di rivolgere l’attenzione agli oggetti di potenziale interesse anche prima di essere diventati consapevoli di questi oggetti.
Hsieh e colleghi propongono un esperimento con una attrezzatura apposita, dove veniva mostrato un video diverso per ogni occhio, ad ogni partecipante: il primo occhio osserva delle strutture colorate in movimento, in modo che lo stato di consapevolezza della persona venisse attivato da quell’occhio (in virtù dei meccanismi del funzionamento del cervello); il secondo occhio osserva un insieme di figure ferme, tutte di colore verde, tranne una rossa. Durante l’esperimento hanno controllato in quale parte dello schermo si dirigesse la loro attenzione ed hanno scoperto che si dirigeva verso la figura rossa.
STRUMENTI -Attenzione selettiva • prova delle campanelle (per bambini): tavola su cui sono disegnati diversi oggetti e 35 campanelle da individuare. • Test di Toulouse e Pieron (più propriamente di discriminazione percettiva e di saturabilità): una pagina con simboli astratti, dove si chiede di cancellare quelli uguali e quelli indicati all’interno del test. • Test di Stroop, che rileva anche difficoltà nel sopprimere risposte automatiche che prevede tre tavole con 100 stimoli: A) 100 nomi di colori scritti nero su bianco {leggere i nomi} B) 100 quadrati di vari colori {dire il colore} C) 100 nomi di colori scritti in colori incongruenti {dire il colore}
Ascolto dicotico
Colloquio
AMBITI APPLICATIVI Psicologia clinica dello sviluppo. L’Attenzione è la componente deficitaria di alcuni disturbi infantili come l’ADHD. Il bambino non riesce a mantenere attenzione su un compito per un tempo sufficiente a portarlo a termine, interrompe continuamente le sue attività, appare distraibile e compromette il funzionamento scolastico e sociale, nonostante le sue potenzialità intellettive.
Ambito psicopatologico. L’attenzione può essere ridotta sia in alcuni stati organici (traumi, intossicazioni ecc.), che in alcune condizioni psicopatologiche come la schizofrenia, i disturbi dissociativi, disturbi dell’umore.
Ambito neuropsicologico. Negligenza spaziale unilaterale: incapacità di orientare l’attenzione verso metà del campo visivo. E’ una patologia neurologica comunemente associata ad una lesione del lembo parietale destro del cervello; completa mancanza di consapevolezza degli stimoli presenti nel campo visivo opposto alla lesione. La difficoltà delle persone affette da neglect non è quella di non vedere gli stimoli, ma l’incapacità di vedere quel lato: ad esempio mangiano solo la metà di quello che è presente nel piatto, vestono la metà del corpo… e possono arrivare in alcuni casi a non riconoscere come loro il braccio o la gamba controlesionati.
Ambito psicologia giuridica: la testimonianza (descritta prossimamente).
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