Il fascino di una donna non si misura con la giovinezza del volto o la tonicità del corpo, ma passa attraverso l’autoconsapevolezza e l’accettazione del proprio percorso.
Che la vita, per molte donne, cominci a quarant’anni non è affatto un luogo comune, né una pia illusione per confortare chi si accinga a spegnere quel fatidico numero di candeline. Oggi è davvero così. Basta guardarsi intorno per realizzare quanto spesso capiti di notare, in un volto che si avvicina all’età matura, quella bellezza consapevole di sé cha ha un che di irresistibile. Se a vent’anni abbiamo dalla nostra la freschezza del volto e la tonicità del corpo, a quaranta abbiamo ben più chiaro cosa ci valorizza e cosa ci mortifica, cosa sia il meglio per noi, cosa non vogliamo più intorno a noi e nella nostra vita. Tutto ciò si riflette anche all’esterno e il risultato è una femminilità più luminosa e vera, più intensa, più sicura, insomma: un concentrato di sensualità. E se pensiamo che fino a pochi decenni fa, una donna a quarant’anni talvolta era già nonna e, provata da sacrifici e fatiche appariva sfiorita e spenta, oggi alla stessa età si è al culmine dello splendore: un cambio di prospettiva sociale realmente significativo. “Certamente le tappe evolutive, rispetto all’età, si sono allentate – commenta la psicologa Giorgia Belardini -. A trent’anni, fatte le prime esperienze, qualcuno è pronto a mettere radici (acquistare una casa, creare una famiglia), o investire nella propria carriera, o ancora, capisce di voler continuare a scoprire il mondo. Alla soglia degli “anta” si arriva al giro di boa: se tutto è andato secondo in piani, abbiamo costruito le basi del nostro futuro, ci siamo stabilizzati e siamo dunque pronti a fare i conti con quanto abbiamo investito.
UN PASSAGGIO, UNA RINASCITA
“La donna a questo punto della sua vita ha un vero e proprio cambiamento: aumentano le abilità mentali, soprattutto a livello sociale e di interazione; gli ormoni si stabiliscono autoregolandosi e tutto ciò permette di concentrarsi maggiormente su se stessa. Effettivamente il passaggio all’età matura rappresenta una rinascita e forse non è un caso che molti matrimoni finiscano proprio dopo i 40 anni, quando la donna comincia a capire cosa è per meglio per sé, rimettendo in discussione tutti i ruoli sociali”. A proposito di crisi dei quarant’anni, lungi dall’essere un cliché, in effetti è un fenomeno che riguarda di più le donne che gli uomini, probabilmente per l’innata capacità dell’animo femminile di indagare più profondamente all’interno di se stesse e ha a che fare con i rimpianti, con le aspettative deluse, con tutto ciò che avrebbe potuto essere e non è stato. Perché accade? Quali sono le motivazioni più comuni che spingono a sentire improvvisamente come destabilizzante ciò che fino a ieri sembrava una certezza? “Crisi significa cambiamento improvviso – osserva Belardini -, è una perturbazione che può avere un esito positivo o negativo. Questa età è il momento di massima fioritura, ma è anche visto come l’inizio della seconda metà della vita: aver assolto tutti i compiti e i doveri bio-sociali permette di poter indirizzare le energie per un soddisfacimento personale e una riscoperta di sé.
LA NUOVA VERSIONE DI SE’
“Un cambiamento positivo rispetto a questa crisi è permesso sicuramente dall’accettazione del
percorso fatto fino al momento presente, ma anche dall’accettazione del passare del tempo: per fare questo dobbiamo ascoltare le nostre paure, riscoprirci e accettare i nostri limiti e le nostre debolezze, costruendo la nostra nuova versione di noi stesse”.
Da dove partire, dunque? Forse proprio dalla presa di coscienza dei punti di forza che si raggiungono proprio a questa età: “E sono tanti – conferma la psicologa – a cominciare dalla consapevolezza di sé, di ciò che abbiamo costruito, di chi vogliamo essere, di dove vogliamo andare, di chi vogliamo tenere al nostro fianco, dalla necessità di potare rami secchi, dare voce ai nostri bisogni, aspettative, desideri. Tutto ci dice che, da questo momento, faremo i conti con il passato, con il presente e con il futuro ponendo noi stesse al centro della nostra vita”.
Grazie alla giornalista Silvia Amendola
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